PREVENZIONE LEISHMANIOSI

 

La Leishmaniosi è una patologia parassitaria endemica nel SUD ITALIA e in tutto il Mediterraneo. E' una patologia da VETTORE, il che significa che può essere trasmessa solamente attraverso un vettore che si chiama PAPPATACEO, e non con il sangue, saliva, placenta e vie sessuali. E' una ZOONOSI, ovvero una patologia che coinvolge l'uomo e che sfortunatamente, può causare anche la morte sia del cane che della specie umana. 

Clinicamente il cane può essere un soggetto in perfette condizioni poichè è possibile un periodo di incubazione che può durare anche anni. 

Sino al 2012 l'unico rimedio per prevenire questa patologia mortale era prevenire il contatto con il FLEBOTOMO, con antiparassitari ad uso esterno (collari o spot on). Oggi, è presente in commercio un vaccino che si chiama Canileish, che può essere effettuato a cani che abbiamo compiuto 6 mesi di vita e sieronegativi; pertanto, prima di effettuare il ciclo della vaccinazione è necessario effettuare un test per verificare che il cane non sia già entrato in contatto con il protozoo (Leishmania spp).

Il primo ciclo di vaccinazione consiste in tre somministrazioni a distanza di tre settimana, per via sottocutanea; seguiranno dei richiami annuali che consistono in un'unica somministrazione preferibilmente dopo aver verificato la persistenza della sieronegatività. Secondo gli ultimi dati da pubblicazioni ufficiali (ottobre 2014) del Prof. Oliva (Università di Napoli), il vaccino ha una efficacia pari al 92,7%; in questo stesso studio, inoltre, è stato messo in evidenza che anche i cani che nonostante la vaccinazione, avevano contratto la patologia, manifestavano segni clinici con un'evoluzione meno grave. 

 

EFFETTI COLLATERALI: Il vaccino non contiene organismi vivi ma antigeni di superficie (esp) e quindi non è in grado in nessun caso di provocare la malattia, come nel caso di altri vaccini si puo formare una piccola tumefazione ( con lieve dolorabilità alla palpazione) nel punto di inoculo che scompare spontaneamente in 2-6 giorni; sono possibili transitorie reazioni febbrili, apatia e disturbi digestivi che si risolvono spontaneamente.

Le probabilità di reazione allergica sono basse (non superiori a quelle di altri vaccini).


Prolasso ghiandola Terza palpebra (occhio a ciliegia)

 

Cosa è?
La terza palpebra (o “nictitante”) è localizzata nell'angolo interno dell'occhio, sotto la palpebra inferiore, ed è presente nella maggior parte degli animali domestici. Sulla sua superficie interna si trova la ghiandola della terza palpebra, che contribuisce per il 30-60% alla produzione della frazione liquida delle lacrime. Tale ghiandola è normalmente nascosta dietro la terza palpebra, tenuta in posizione da un piccolo legamento, la cui lassità si pensa sia la causa del prolasso della ghiandola.

Più tempo la ghiandola rimane prolassata e quindi in una posizione non fisiologica, e più alte saranno le probabilità che subisca alterazioni e che quindi non sia più funzionale al 100% una volta riposizionata. Questo comporterebbe una diminuzione nella produzione lacrimale con evidenti conseguenze per la salute dell'occhio (KCS). Il prolasso della ghiandola è piuttosto frequente in alcune razze predisposte, come Cocker Spaniel, Bulldog, Beagle, Boxer, Shih-Tzu. Può comunque succedere anche in altre razze e, sebbene di rado, anche nel gatto.

 

Cosa si fa?

In passato l'intera ghiandola veniva asportata, ma attualmente è dimostrato che ciò comporta un elevatissimo rischio di sviluppare cheratite secca (KCS), patologia seria e “difficile” da trattare in quanto richiede terapia a vita, con ovvio disagio costante per l'animale e il proprietario (terapia costosa). La terapia consigliata consiste nel riposizionare la ghiandola all'interno di una tasca creata chirurgicamente sulla superficie interna della terza palpebra. Il successo di tale procedura si assesta intorno al 90% quando effettuata da un oftalmologo veterinario esperto. Il rimanente 10% può recidivare e richiedere una ulteriore chirurgia associando alla tecnica della tasca l'ancoraggio della ghiandola stessa al periostio periorbitale.
 

Cosa succede il giorno dopo l'intervento?

L'occhio apparirà sostanzialmente normale. La congiuntiva e la terza palpebra potranno apparire arrossate e gonfie a causa della manipolazione chirurgica e ci potrà essere un leggero scolo siero-emorragico per i primi giorni. Il cane verrà dimesso il giorno stesso della chirurgia e dovrà indossare il collare elisabettiano per i primi giorni (anche di notte!), in modo tale da evitare che, grattandosi, non si autoferisca.
 

Cosa fare a casa?

Sarà necessario somministrare colliri secondo prescrizione fino alla visita di controllo, importante per valutare la corretta guarigione.


Igiene Orale

Tutti gli animali dopo i tre anni iniziano ad avere problemi orali come alitosi, gengiviti, ascessi o infezioni del cavo orale che possono spesso portare anche a patologie più gravi, è bene sottoporli quindi ad una visita completa della loro bocca. Durante la visita di controllo verrete informati sulla corretta alimentazione per il vostro animale, e sui metodi per una corretta igiene dentale del vostro cane, in modo da prevenire per tempo queste patologie.

In alcune casi però tutto questo potrebbe non essere sufficiente a rimuovere il tartaro accumulato negli anni, a questo punto è bene sottoporre il vostro cane o gatto ad una detartrasi (pulizia dei denti del cane o del gatto), un intervento semplice che viene svolto in pochi minuti tramite un ablatore piezoelettrico con il quale si provvederà a rimuovere tutto il tartaro dai denti del vostro animale, una successiva lucidatura dei denti ne ridurrà inoltre la formazione. Purtroppo, nonostante la semplicità dell'intervento, per operare nella bocca del vostro animale, sarà necessario sottoporlo ad un'anestesia generale anche se breve, e, quindi, in relazione ai casi sarà necessario effettuare degli esami di laboratorio comuni ad altri interventi chirurgici. A volte, sopratutto negli animali più avanti con l'età, sarà necessario rimuovere uno o anche più denti. 


LA STERILIZZAZIONE DELLA FEMMINA

 

Perchè eseguirla in giovane età?

Una delle domande piu' frequenti che viene posta al medico veterinario è se è consigliabile procedere alla sterilizzazione della propria cagna in eta' giovanile. Spesso il proprietario si trova dibattuto perche' si sente di infliggere una sofferenza al proprio animale in un'eta' in cui verrebbe spontaneo offrirgli solo coccole. In realtà esistono delle precise motivazioni che spingono il medico veterinario a consigliare un intervento di questo tipo.

 

Prevenzione dei tumori mammari !!!

In primo luogo è ormai dato dimostrato da diversi studi che la sterilizzazione precoce della cagna riduce notevolmente il rischio di insorgenza dei tumori della mammella rispetto a quanto non avvenga nelle femmine intere (il rischio è tanto più ridotto quanto più precocemente viene eseguito l'intervento, con la massima percentuale di prevenzione nel caso di un intervento eseguito ancora prima del primo calore). Il rischio relativo di insorgenza tumorale nella cagna è in relazione al numero di cicli estrali già trascorsi. Infatti, se la sterilizzazione è eseguita prima dl primo calore, il rischio è dello 0,05% (praticamente nullo!-n.d.r.), dopo il primo calore dell'8% e dopo il secondo calore del 26% .

 

Assenza di gravidanze indesiderate / prevenzione del randagismo

E' il motivo per il quale ad esempio viene a volte imposta la sterilizzazione da parte di enti protezionistici nel momento in cui affidano un animale: è ovvio che con la sterilizzazione si evita nel modo piu' categorico la possibiltà di instaurarsi di gravidanze anche laddove il cane magari per un evento fortuito possa scappare e andare incontro ad un accoppiamento non programmato.

 

Assenza di disagi e/o patologie legati al ciclo ovarico

La sterilizzazione elimina poi i problemi connessi con la gestione della cagna nei momenti in cui diventa recettiva dal punto di vista sessuale. Ad esempio evita il disagio di dover tenere separati cani di sesso differente e conviventi nel momento del proestro-estro. Le cagne intere, al momento del calore, possono poi presentare facilmente la tendenza ad allontanarsi da casa. L'ovariectomia previene poi tutta quella serie di disagi legati alla produzione ormonale, quali ad esempio in primo luogo i calori irregolari e le cosiddette pseudogravidanze. E' poi ovvio che in una cagna sterilizzata non potranno poi verificarsi patologie della sfera genitale legate proprio alla produzione ormonale quali ad es: patologie ovariche su base cistica o tumorale, infezioni uterine (piometra), prolasso od iperplasia vaginale...

 

In cosa consiste l'intervento?

Generalmente in cagne o gatte che non hanno mai partorito preferiamo asportare semplicemente le ovaie (Ovariectomia bilaterale) riducendo tempi e rischi dell’intervento; in relazione a determinate condizioni cliniche si decide se asportare ovaie e utero (Ovarioisterectomia). Le indicazioni per le due tipologia di intervento sono differenti e sara' il medico veterinario di volta in volta a consigliare o l'una o l'altra tecnica chirurgica, a seconda del caso clinico. Quando l'intervento viene programmato in eta' giovanile, di solito l'intervento che si consiglia è l'ovariectomia, che comporta ferita chirurgica di lunghezza inferiore, con minor disagio nel post-operatorio.
Di solito si consiglia di eseguire l'intervento chirurgico intorno al sesto mese di vita, ancora prima del primo calore o dopo il primo calore.

La sterilizzazione troppo precoce (intendendo però prima del terzo mese di vita) può aumentare il rischio di incontinenza urinaria, per cui si sconsiglia di eseguire questo intervento troppo precocemente.

 

Quali sono i rischi connessi a questa chirurgia?

L'ovariectomia in eta' giovanile, quando programmata come chirurgia preventiva, non comporta seri rischi, in quanto trattasi di chirurgia routinaria ed eseguita (preso la nostra clinica) con tutti gli accorgimenti che si hanno per una chirurgia "maggiore", quindi con anestesia assistita e monitorata. Ci sarà il disagio della ferita chirurgica, di cui si dovrà evitare il lambimento da parte della cagna per il tempo necessario per la cicatrizzazione (una settimana circa). Grazie alla terapia del dolore sia intra che post-operatorio, la ripresa dopo questo tipo di chirurgia è molto rapida: gia' dalla mattina successiva la cagna riprende ad alimentarsi e a comportarsi normalmente.

 

È meglio far accoppiare la cagna almeno una volta prima di sterilizzarla?

Credenza popolare diffusa, ma assolutamente priva di fondamento scientifico!!! Non c'è nessuna evidenza che dica che l'accoppiamento possa apportare qualche beneficio caratteriale o altro...anzi, i dati scientifici relativi alla prevenzione dei tumori mammari rendono consigliabile (come già detto) una sterilizzazione precoce!

 

Dopo l'intervento la mia cagna diventerà obesa?

Ecco un'altra domanda frequente. Effettivamente la sterilizzazione può avere un'azione di facilitazione dell'obesità, ma in genere ciò è facilmente contrastabile con un'idonea dieta (sono sempre di più anche le diete dedicate ad animali sterilizzati da parte delle ditte migliori) e mantenendo un'idonea attività fisica e degli stimoli al gioco.

 

Dopo l'intervento la cagna può andare incontro al rischio di incontinenza urinaria?

L'incontinenza urinaria è una patologia che può verificarsi sia nella cagna intera che nella cagna sterilizzata. Effettivamente da alcuni studi emergerebbe un rischio leggermente superiore per le cagne sterilizzate. Sembrerebbe che il rischio maggiore sia per le cagne sterilizzate prima dei tre mesi di vita.

 

Quali sono i rischi dell’intervento?

Trattandosi comunque di un intervento chirurgico in anestesia generale, l’animale viene preventivamente sottoposto ad un’accurata visita clinica per verificare che non esistano controindicazioni alla procedura. In tutti i soggetti, in base all’ età e alle condizioni di salute, effettuiamo prima dell’intervento alcuni esami pre-operatori (esami del sangue, delle urine, radiografie ecc.) in modo da essere certi che tutto proceda nel migliore dei modi, escludendo patologie che talvolta possono essere ancora in fase subclinica o comunque, non manifeste.

 

E nelle gatte?

Nelle gatte il consiglio è il medesimo, dal momento che il rischio di tumori della mammella nelle gatte intere è ben 7 volte superiore rispetto alle femmine sterilizzate! Nella gatta però spesso l'intervento viene richiesto dal proprietario per prevenire le vocalizzazioni della gatta durante il calore e spesso è meno necessario insistere anche sull'aspetto di prevenzione dei tumori mammari, dal momento che l'intervento viene percepito come una necessità anche solo per questo.


LA STERILIZZAZIONE DEL MASCHIO

Consiste nell’asportazione dei testicoli. È un intervento poco invasivo, in genere comporta una piccola incisione della cute anteriore della borsa scrotale, dalla quale vengono fatti fuoriuscire i testicoli da asportare.

L’incisione cutanea, nel cane, viene generalmente richiusa con pochi punti di sutura, da asportare dopo circa dieci giorni, mentre nel gatto non necessita sutura.

In alcuni casi, lo scroto può gonfiarsi i primi giorni dopo l'intervento per la presenza di siero; se il cane è sessualmente immaturo al momento della sterilizzazione, lo scroto si appiattisce gradualmente con la crescita, mentre permane il residuo di cute scrotale nei cani maturi. È consigliabile evitare attività eccessivamente vivaci i primi giorni dopo l'intervento.

Generalmente non è richiesto il collare "Elisabetta" in quanto effettuiamo una sutura intradermica in modo che il paziente non riesca a leccare la ferita.

La sterilizzazione viene generalmente consigliata all’età di 8-10 mesi circa, ma può essere effettuata a qualunque età (dopo le 8 settimane), anche nei cani anziani, in assenza di controindicazioni anestesiologiche. I vantaggi per la salute dell'animale sono gli stessi indipendentemente dall' età della castrazione.

La castrazione del cane maschio permette di prevenire alcune comuni patologie prostatiche(iperplasia prostatica benigna, prostatiti), alcuni tipi di ernie, i tumori delle ghiandole anali, le malattie infettive a trasmissione sessuale e, naturalmente, le patologie e i tumori testicolari.
Inoltre, riduce la comparsa di comportamenti negativi, quali la marcatura del territorio, l’interesse per le femmine in calore e la conseguente tendenza alla fuga, l’aggresività verso altri cani e lululare e il latrare eccessivi. La sterilizzazione non influenza invece il carattere, la vitalità e il peso del cane; un cane sterilizzato ingrassa se viene alimentato in maniera eccessiva, non per effetto dell’intervento.